Quanto ti costa il giudicare

Immagina di avere un pc, al suo interno un migliaio di varie immagini tra oggetti, situazioni, persone. Il tuo compito è quello di etichettarle una per una, incasellarle in base alla tua impressione, alle sensazioni che ti danno, alle loro caratteristiche. Ogni giorno una nuova mole di immagini dovranno essere valutate e incasellate. Accetteresti mai un compito del genere?
Un lavoro estremamente faticoso e lungo! Estenuante perché devi elaborare il giudizio (per quanto rapido dovrà comunque essere ponderato) e per la ripetitività dell’attività. Con una buona probabilità declineresti l’invito..!

Bene, in realtà questa è proprio l’attività che facciamo continuamente con una mole di lavoro giornaliero impressionante che si estende al giudizio non solo verso l’esterno, ma anche verso “l’interno”: noi stessi. 

Difficilmente guardiamo un fiore, una vetrina, i vicini che giocano nel giardino di fronte, la persona che ti hanno appena presentato, l’attività che c’è necessità di fare al lavoro senza che un giudizio subito nasca dentro di noi;
  • mi piace
  • non mi piace
  • non mi va
  • è la cosa più bella del mondo
  • che noia
  • che antipatico
  • che strano, non mi fido
  • etc. etc.

Ogni nostro pensiero inoltre produce immediatamente un’emozione associata.

Pensa in particolare ai giudizi negativi (o comunque non pienamente positivi), che largamente produciamo (e che ci costano di più): generano in noi odio, rabbia, rancore, risentimento, diffidenza, dispiacere, disapprovazione, etc.

Dove credi vadano questi bagagli pesanti se non rimanere dentro di noi condizionando il nostro umore goccia dopo goccia? L’elaborazione del giudizio e le sue conseguenze emotive hanno quindi un risvolto della medaglia molto preciso, più impegnativo e pesante rispetto a quanto ci piacerebbe credere.

Quando siamo impegnati a fare un lavoro impegnativo come questo, quanto tempo ci rimane per semplicemente goderci quello che c’è? Poco! Purtroppo.
Eppure goderci le cose belle delle vita ed andare avanti superando al meglio le sue difficoltà è un desiderio fortissimo che riscopro pulsare nel cuore della maggior parte di noi.

Ora comprendi che la prima cosa che ti impedisce di farlo non è il tuo lavoro che non ti piace (magari anche quello in parte!), la famiglia che non ti lascia in pace…ma in primis l’attività mentale del giudizio che accomuna la gran parte di noi, e che spesso è un lavoro continuo 7 giorni su 7, per la vita.

Non siamo abituati a guardare senza dover per forza mettere un’etichetta, un aggettivo, un mi piace o un non mi piace.
Ma questa è esattamente la PRATICA che ti consiglio di fare ogni giorno.

Esercizio

Con questa nuova consapevolezza prova ad accogliere quello che vedi o che senti senza dover dire o pensare nulla a riguardo. Se il giudizio nasce dentro di te, lascialo andare senza troppo indugiarci sopra. Fa che questo sia il tuo compito da portare a termine per un’intera giornata. Raccogli e rifletti sui risultati ottenuti. Poi prova ancora. Allenati a questa pratica con costanza come faresti con un muscolo che deve essere riabilitato. O anche meglio.

Un maestro che adoro mi ha insegnato a fissare ciò che imparo, soprattutto gli insegnamenti cardine che hanno il potere di trasformare profondamente la vita, non solo riflettendoci su. Ma anche mettendoli in pratica con la stessa determinazione e dedizione con cui si interviene per guarire una malattia.

L’esercizio e la pratica sono ciò fanno la differenza: un insegnamento che ci risuona dentro ma che non ci impegniamo a tradurre in realtà rimane solo un potenziale dentro di noi. Qualche volta produce una scintilla e vediamo qualche cambiamento. Altre volte, con grande rammarico, ci sembra di essere ancora al punto di partenza.

Quando invece viene “praticato’, vissuto e perseguito, allora porta a trasformazioni così profonde e concrete da poter essere chiamate miracoli. A quel punto, quella saggezza, non è più un post che abbiamo condiviso su Facebook, una frase che abbiamo sottolineato su un libro o una consapevolezza che sentiamo dentro. Diventa il nostro comportamento naturale che continuerà a produrre frutti come un albero generoso.

È il tuo turno!

Sei disposto a prenderti l’impegno di migliorare la tua vita? Metti in pratica con devozione questo importante insegnamento, non tarderai a sentirti meglio fin da subito.

Buona trasformazione!

Copertina by Paul W. Ruiz

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